A volte sembra che le cose accadano perché semplicemente era il momento che dovessero accadere! A volte basta davvero poco per fare in modo che qualcosa che dentro di noi da tempo sentivamo di voler vivere diventi d’improvviso realtà. A volte seguire o non seguire le spinte che da dentro sentiamo verso diverse e nuove esperienze è più un fatto di realizzabilità pratica che non di voglia….altre è più di timore o non voglia che non di fattibilità! Il dato di fatto è che a volte nella vita passano treni inattesi, treni cui non si riesce o non si vuole più rinunciare….treni che ti portano verso nuove e straordinarie realtà, nel vero e proprio senso del termine, del tutto fuori dal nostro ordinario.
Da più di vent’anni lavoro come farmacista nella farmacia che era di mio padre, nel paese dove sono cresciuto; un percorso professionale pieno di soddisfazioni, con la fortuna di poter decidere giorno per giorno come gestire l’attività che conduco. In un angolino dentro di me da molto tempo conservavo la voglia di provare l’esperienza di svolgere la mia professione in terre lontane, in realtà del tutto differenti, presso popoli diversi e lontani da noi. Per una serie di coincidenze, un paio di mesi fa sono venuto a conoscenza dell’opportunità di partecipare, insieme ad un gruppo di volontari provenienti da diverse parti d’Italia e da diverse realtà professionali, ad una missione umanitaria in un villaggio del Nepal, organizzata da Time4life, una fondazione che da anni costantemente porta con sé volontari in diverse realtà del mondo, sempre al servizio degli ultimi, in particolare dei bambini. In questo villaggio, distrutto qualche anno fa dal terremoto, JAY NEPAL sta cercando di portare avanti un progetto di ricostruzione, per un nuovo e diverso futuro; fulcro del villaggio è il BODGAUN MEDICAL CENTER, fortemente voluto, faticosamente costruito ed inaugurato lo scorso anno. In quanto farmacista, ho proposto agli organizzatori di poter dare il mio contributo raccogliendo materiale sanitario utile e necessario al centro medico; una volta arrivato in luogo, ho avuto la fortuna di poter attivamente partecipare all’organizzazione di alcune attività, tra le quali un PEDIATRIC CAMP in un villaggio a circa un’ora di cammino da dove eravamo alloggiati. Non avevo precisamente idea di cosa avremmo vissuto, di come poter partecipare sia all’organizzazione che allo svolgimento di questa che è stata un’esperienza davvero travolgente; sapevamo che i cancelli del centro medico, purtroppo in disuso per mancanza di fondi e personale, del villaggio di Bhimtar si sarebbero aperti lasciando libero accesso (libero e gratuito!!!) a una vera fiumana di donne con i loro bambini di ogni età, bisognosi di essere valutati e visitati dai quattro medici presenti, coadiuvati dal personale infermieristico e dall’azione instancabile di decine di volontari, deputati all’arruolamento dei pazienti ed alla rilevazione dei principali parametri vitali, come altezza, peso, pressione, saturazione, glicemia, temperatura corporea. Nei due giorni precedenti il PEDIATRIC CAMP, ho provato a cercare di capire quali sarebbero state le problematiche di salute che con maggiore probabilità sarebbero state riscontrate durante le visite, e per la quali predisporre le opportune scorte di medicinali da portare con noi; bisogna tenere presente che nel Nepal rurale, un campo medico in un altro villaggio comporta in primo luogo difficoltà e lentezza negli spostamenti; molti si sono recati a Bhimtar a piedi, qualcuno sul rimorchio di un trattore insieme alle attrezzature, qualcun altro in moto; non era pensabile tornare al centro medico di Bodgaun per reperire quanto necessario durante la giornata; tutto andava preparato e trasferito prima. Ovviamente questo elemento richiede necessariamente di essere il più organizzati e più rigorosi possibile: i ragazzi nepalesi si sono dimostrati davvero molto volenterosi e disponibili, mettendo in gioco tutte le loro risorse umane per sopperire alla fisiologica inesperienza e alla inevitabile carenza nella mentalità organizzativa, che a noi occidentali viene inculcata fin da giovani (nella nostra società non saper essere performanti al massimo livello possibile è considerata una carenza imperdonabile!). Abbiamo tutti lavorato instancabilmente, ognuno mettendo al servizio della causa comune le proprie risorse, sia umane che professionali. Oggi, mentre scrivo queste righe, tornato nella realtà quotidiana della mia farmacia, ripenso a quel giorno del camp e ai giorni di preparazione: penso a come poter mettere a punto meglio le prossime esperienze, a come poter donare un servizio all’altezza della situazione alla popolazione che tanto bene ha risposto a questa iniziativa (sono state 559 le persone visitate…..purtroppo non avevamo alla fine farmaci per tutti, qualcuno nei giorni successivi ha dovuto recarsi alla farmacia del centro medico di Bodgaun per acquistare quanto prescritto durante la visita al Pediatric Camp), a come poter contribuire, qui e ora, procurando vitamine per i bambini dei villaggi, indeboliti e per questo più ricettivi alle malattie, denutriti o mal nutriti; penso che il sorriso delle persone, che pazientemente per ore ha atteso il proprio turno, prima per essere visitate e poi per ritirare i medicinali nella nostra piccola farmacia improvvisata, ha illuminato una giornata memorabile. Da tutte le parti in giro per il mondo, anche qui da noi, nel nostro mondo apparentemente ipercivilizzato, esistono realtà di bisogno; forse ognuno di noi potrebbe provare a cercare nel proprio correre quotidiano un momento per guardarsi intorno e capire come poter aiutare chi ha bisogno: ho avuto la fortuna di poter vivere un’esperienza travolgente, di poter essere parte di un minuscolo ingranaggio in cui convogliare vent’anni di professione. Ho ricevuto sorrisi, gratitudine, applicazione, impegno, fiducia….ho ricevuto più di quanto in pochi giorni ho potuto dare. Non finisce qui. La nostra farmacia nei mesi a venire organizzerà campagne ed eventi il cui incasso sarà devoluto a favore dei Camp medici che nel prossimo futuro riorganizzeremo.
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